Compliance, il Fisco apre al dialogo prima di accertare l’evasione

“Tax Compliance” e “adempimento spontaneo” sono espressioni ormai ampiamente utilizzate, vorrei sapere a cosa si riferiscono e cosa hanno a che vedere con le lettere che il Fisco manda a casa dei contribuenti per invitarli a effettuare pagamenti e/o a presentare dichiarazioni fiscali?

Secondo una definizione comunemente accettata, la tax compliance è il livello di adesione spontanea del contribuente agli obblighi fiscali, che l’amministrazione finanziaria ottiene utilizzando opportunamente due leve: da un lato il servizio, l’assistenza e le informazioni che fornisce al singolo, dall’altro il contrasto all’evasione fiscale. La tax compliance, quindi, è l’adempimento spontaneo del contribuente agli obblighi tributari; conseguentemente, più è elevata e minore è l’evasione fiscale.
Un costante e progressivo incremento del livello di tax compliance deve quindi necessariamente far parte di una efficace strategia di controllo fiscale “preventivo”, tanto che in base alla Convenzione agenzia delle Entrate – Mef per il triennio 2023 –2025 è previsto il rafforzamento della tax compliance attraverso l’invio delle c.d. lettere di compliance, in particolare quelle dirette a favorire l’emersione delle basi imponibili ai fini dell’Iva e delle imposte dirette, migliorando gli algoritmi di selezione.
Per la predisposizione di tali comunicazioni saranno utilizzate le basi dati alimentate dai flussi informativi, anche derivanti dallo scambio automatico di informazioni previsto dalle Direttive europee e dagli accordi internazionali, e da quelli derivanti dalla fatturazione elettronica generalizzata, integrati con quelli generati dalla trasmissione telematica dei corrispettivi relativi alle transazioni verso i consumatori finali. Inoltre, strumenti di data analysis saranno utilizzati anche per la verifica dell’efficacia dell’invio di tali comunicazioni e, più in generale, delle azioni finalizzate alla promozione della compliance.
Per l’anno 2024 è previsto, in particolare, l’invio di oltre tre milioni di lettere di compliance volte a favorire il versamento spontaneo, nonché l’emersione degli imponibili ai fini Iva e dell’effettiva capacità contributiva di ciascun soggetto, con una previsione di versamenti attesi da parte dei contribuenti per effetto delle azioni di prevenzione pari a 3 miliardi di euro.
A differenza del passato in cui tali lettere di compliance venivano inviate soltanto in alcuni periodi dell’anno, oggi ormai gli invii massivi si susseguono sostanzialmente – seppur scaglionati – nel corso di tutto il periodo d’imposta.
Le comunicazioni in oggetto – predisposte in via automatizzata a livello centrale e non del singolo Ufficio territoriale – illustrano l’anomalia riscontrata dall’amministrazione finanziaria e invitano il contribuente a riscontrarla sulla base dei dati in suo possesso, per verificarne appunto la correttezza, e infine, in caso di esito positivo di tale verifica, a porre rimedio alla violazione, avvalendosi, quando possibile, dell’istituto del ravvedimento operoso, che consente di ottenere notevoli riduzioni delle sanzioni applicabili prima che intervenga l’accertamento da parte dell’Ufficio.
È opportuno (anche se non obbligatorio) che i contribuenti rispondano puntualmente a tali comunicazioni del Fisco, attraverso i canali dedicati, in quanto, in caso di comunicazione erronea, i funzionari che prenderanno in carico la posizione provvederanno all’archiviazione, impedendo così che prosegua l’iter istruttorio con inviti o questionari formali ai contribuenti, che comporterebbero maggiori oneri burocratici; mentre, in caso di comunicazione corretta e di avvenuto adempimento “riparativo”, anche attraverso il ravvedimento operoso, i funzionari che prenderanno in carico la posizione potranno riscontrare la correttezza dell’azione posta in essere dal contribuente e archiviare l’intera pratica, senza l’ulteriore aggravio di altre incombenze.

Missive spedite per segnalare canoni di affitto non dichiarati


Ho ricevuto una lettera dall’agenzia delle Entrate relativa all’omessa dichiarazione di canoni di affitto di un alloggio di mia proprietà. Perché ho ricevuto questa lettera non avendo io partita Iva?

Le cosiddette lettere di compliance sono indirizzate alla generalità dei contribuenti, siano essi privati oppure titolari di partita Iva. Nei confronti di questi ultimi è previsto l’invio di comunicazioni per segnalare le anomalie riguardanti, per esempio, la dichiarazione annuale Iva, nonché le liquidazioni periodiche e altre incoerenze relative alle posizioni Iva.

Anche nei confronti dei privati non titolari di partita Iva, però, sono molte le tipologie di lettere di compliance previste: per esempio, quella attinente al caso del lettore è incentrata sulle anomalie dei redditi fondiari derivanti dalla locazione non finanziaria di fabbricati, i quali possono essere assoggettati a tassazione ordinaria, ovvero alla cosiddetta “cedolare secca” sugli affitti.

Fonte: Il Sole 24 Ore