Consumi di vino, meglio gli spumanti dei rossi nelle vendite al supermercato

Le vendite di vini e spumanti nella grande distribuzione organizzata (Gdo) sembrano ripartite. E fanno ben sperare per l’andamento del mercato nei prossimi mesi. «Il 2023 si è chiuso ancora con un saldo negativo a volume (-3,3%), ma migliorativo rispetto all’anno precedente, e con un aumento più contenuto a valore (+2,5%) – dichiara Virgilio Romano, business insight director di Circana – e le prime sensazioni sul 2024 confermano il trend emerso dalla seconda parte dello scorso anno».

Complessivamente, dalla ricerca annuale realizzata per Vinitaly, emerge che nel 2023 nella distribuzione moderna sono stati venduti 756 milioni di litri di vini e spumanti un controvalore di 3 miliardi di euro. Un bilancio annuo frutto di un primo semestre in cui il mercato ha pagato gli aumenti di prezzo e di un secondo semestre in cui questo fenomeno è stato metabolizzato.

A beneficiarne sono stati soprattutto gli spumanti che, sebbene siano ancora al di sotto dei volumi del 2019 (100 milioni di litri nel 2023 per 710 milioni di euro), sembrano più dinamici rispetto ai vini (rispettivamente -1,1% e -3,3%). Per questi ultimi, che rappresentano il 70% del mercato totale in Gdo, la ripresa è più lenta e mostra velocità diverse all’interno dei diversi segmenti di mercato e delle varie tipologie di vini: sono andati meglio della media i vini fermi e quelli a denominazione d’origine, i rosati hanno venduto meglio dei bianchi e questi ultimi meglio dei rossi.

In cima alla classifica dei vini più acquistati nel 2023 in supermercati e discount svetta il Prosecco (spumante e vino frizzante) con oltre 43 milioni di litri (-1,5% rispetto al 2022), a distanza dagli oltre 16 milioni di litri del Chianti (- 4,9%) e dagli oltre 15 milioni del Lambrusco ( -9,5%), seguito da Montepulciano d’Abruzzo e Vermentino.
Ma se guardiamo ai tassi di crescita annua allora i vini top diventano Cerasuolo dell’Abruzzo (+19% a volume), Grillo (+12,2%), Pecorino (+12%), Lugana (+9,5) e Ribolla (+8,0%).

«Il consumatore conferma la propensione a sperimentare nuovi vini e l’attenzione ai localismi sollecitato da una distribuzione che asseconda questa curiosità evidenziandoli sullo scaffale – spiega Romano –. Questo determina una grande rotazione nelle vendite, con l’esplodere di fenomeni che in alcuni casi sono meteore e in altri no. Non lo sono Pecorino, Lugana e Ribolla, che continuano a crescere da alcuni anni. E che mostrano anche come la ricerca di novità non è influenzata dal prezzo, per cui il consumatore è disposto a spendere anche qualcosa di più per provare nuovi vini».

Fonte: Il Sole 24 Ore