Crolla la produzione di castagne dell’Appennino

Crolla la produzione di castagne e di marroni sull’Appennino italiano. Secondo l’allarme lanciato da Confagricoltura Bologna, il raccolto 2023 è diminuito di oltre il 40% nel comprensorio del capoluogo emiliano e addirittura dell’85% in quello di Imola. «Dopo la stagione positiva registrata nel 2022 – ha detto Guglielmo Garagnani, presidente di Confagricoltura Bologna – con quantità produttive davvero importanti e interessanti quotazioni, quest’anno abbiamo vissuto una campagna davvero insolita, le cui difficoltà sono dovute principalmente alle avverse condizioni climatiche che hanno colpito duramente i castagneti».

La situazione peggiore si riscontra nella Vallata del Santerno, colpita dall’alluvione che ha devastato la Romagna, con i castagneti che sono franati a valle ed è venuto a mancare addirittura il 90% della produzione. D’estate, invece, sull’Appennino bolognese i forti venti hanno determinato la rottura di molti rami e la caduta a terra di numerosi ricci. Oltre a questo, bisogna aggiungere l’estrema siccità dei mesi di agosto e settembre, trascorsi praticamente senza acqua. «La tanto sperata pioggia è arrivata solo a fine settembre – spiega Renzo Panzacchi, presidente del Consorzio castanicoltori dell’Appennino Bolognese – quando il frutto era già formato e il pericarpo indurito. Tutto questo ha causato in molti casi la screpolatura del pericarpo del frutto che, di conseguenza, non poteva più essere commercializzato».

Nel comprensorio imolese la colpa della mancata produzione è stata anche della vespa cinese, che causa ingenti danni ai castagni. La scarsa quantità di castagne e marroni ha spinto i produttori ad affidarsi soprattutto alla vendita diretta al pubblico, in occasione di sagre e mercati.

Fonte: Il Sole 24 Ore