Deforestazione, le imprese del legno chiedono una proroga per il nuovo regolamento

«Le imprese sono attonite, quando spieghiamo la complessità del nuovo regolamento e l’impatto che avrà su di loro, anche in termini di costi, soprattutto quelle esportatrici, che rischiano il blocco delle merci alle dogane». Alessandro Calcaterra, presidente di Fedecomlegno, l’associazione di FederlegnoArredo che rappresenta gli importatori, racconta così la reazione degli imprenditori friulani al primo incontro organizzato dalla Federazione in Friuli, per spiegare i meccanismi e le conseguenze dell’Eudr, il regolamento Ue sulla deforestazione entrato in vigore lo scorso giugno, che avrà effetto sulle imprese dal prossimo 31 dicembre.

La richiesta di una proroga

A meno che, come richiesto da tutte le associazioni europee della filiera legno-arredo, Bruxelles non decida una proroga della sua applicazione o, meglio ancora, una sua modifica in alcune parti. Opzione, quest’ultima, a cui le imprese credono poco: «Finora da Bruxelles nessuno ha dimostrato interesse per un confronto con le imprese e lo dimostra il fatto che questo regolamento è un mostro burocratico che renderà la vita impossibile a tante piccole aziende, che non hanno gli strumenti per adempiere a tutte le richieste di tracciabilità richieste dalla nuova normativa», aggiunge Calcaterra.

Il canale con il ministero dell’Agricoltura e delle foreste è invece aperto e collaborativo, ma i governi nazionali potranno fare poco se e quando questo regolamento sarà attuativo con il suo sistema sanzionatorio.

Cosa prevede il regolamento Eudr

Facciamo un passo indietro: L’Eudr allarga il ventaglio di materie e prodotti presi in considerazione dal precedente Regolamento (il 995 del 2010, detto Eutr), che stabiliva obblighi per gli operatori che commerciavano legno e prodotti da esso derivati, per contrastare il disboscamento illegale e il commercio a esso associato: oltre al legno, vengono inserite carte melaminiche, pelli e gomma, materiali che le aziende dell’arredamento utilizzano. Non solo: se prima l’obbligo di tracciamento era limitato ai commercianti di legno, ora tale obbligo viene esteso anche ai mobilieri, perché dovranno essere certificati tutti i prodotti da esportare, compresi quelli destinati all’Europa stessa. Ma ricostruire l’intera filiera che rende possibile la nascita di un mobile – che spesso comprende il lavoro di otto o dieci aziende, talora piccole e micro – è difficilissimo per chi non ha gli strumenti o le strutture aziendali adatti.

Il senso di disorientamento è diffuso, dice anche il presidente del Cluster Arredo, Matteo Tonon: «È quello che proviamo dinanzi a un regolamento che, in realtà, norma comportamenti già virtuosi e protettati verso il futuro e che, seppur in linea di principio corretto, nella pratica andrebbe solo ad appesantire con adempimenti burocratici le nostre imprese e l’intera filiera».

Fonte: Il Sole 24 Ore