«Dune», l’ambizioso kolossal di Denis Villeneuve è il protagonista del weekend

Uno dei film più attesi dell’anno è l’assoluto protagonista del weekend in sala: «Dune» di Denis Villeneuve arriva al cinema, sperando di ottenere grandi risultati ai botteghini di tutto il mondo.

Presentato fuori concorso all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, il film è un nuovo adattamento del romanzo di Frank Herbert del 1965, che ha dato poi il via a una vera e propria saga letteraria. Ci avevano già provato altri registi importanti come Alejandro Jodorowsky (opera non realizzata) e David Lynch (con una trasposizione del 1984 che è tra i film meno riusciti del grande regista americano) a portare sul grande schermo il complicato testo di Herbert, ma Villeneuve ama raccogliere le sfide, dopo aver realizzato un ottimo sequel del «Blade Runner» di Ridley Scott.

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Fedele alle pagine del libro

Si tratta del primo capitolo di un’ipotetica saga cinematografica (tanto che il finale apre già direttamente al seguito), che rimane fedele alle pagine del libro di partenza per raccontare la storia di Paul Atreides, giovane nato per andare incontro a un destino più grande della sua immaginazione. Mentre forze malvagie combattono per l’esclusivo possesso della più preziosa risorsa esistente sul pianeta – una spezia capace di liberare tutte le potenzialità della mente umana – solo chi vincerà le proprie paure riuscirà a sopravvivere.

In circa 150 minuti di durata, la sceneggiatura (realizzata dal regista insieme a John Spaihts e Eric Roth) condensa tantissimo materiale narrativo, riuscendo però a semplificare molti passaggi per renderli il più possibile fruibili.

Un grande spettacolo con alcuni cali di troppo

Non mancano di certo coraggio e ambizione a Denis Villeneuve, che conferma il suo notevole talento registico con una lunga serie di sequenze visivamente magnifiche, sia per l’uso dei colori, sia per la costruzione di ogni inquadratura.Chi è in cerca di un film ad alto tasso spettacolare non rimarrà deluso, ma durante la visione ci sono diversi cali di troppo, soprattutto in una seconda parte che perde l’ottimo ritmo iniziale.Il risultato è un film che fa bene il suo dovere e intrattiene nel modo giusto, ma da Villeneuve ci si poteva aspettare anche qualcosa di più, soprattutto in termini di forza drammaturgica.

Fonte: Il Sole 24 Ore