Il caffè a casa come quello del bar: aumenta l’offerta di prodotti premium

Crescono i consumi premium

Quanto e come il Coronavirus ha influito sul consumo di caffè in Italia? A rispondere è una ricerca Iri che analizza il mondo della prima colazione ai tempi della pandemia, con particolare riferimento al mercato del caffè. Prima dell’emergenza sanitaria, il mercato si trovava in una fase di rallentamento e i livelli promozionali avevano raggiunto punte molto alte. Nel 2019 il 51% dei volumi erano stati venduti in condizioni promozionali, percentuale che sfiora il 56% nel segmento del macinato.

Il successo delle capsule ha portato all’evoluzione delle abitudini di consumo e ha veicolato, almeno in parte, gli acquisti verso il canale online, gli specializzati e i marchi proprietari. La categoria del macinato aveva quindi perso parte del suo valore e lo scenario competitivo si era spostato principalmente sulla leva promozionale.

Ma il 2020 ha cambiato le carte in tavola, riportando i consumi tra le mura domestiche. Il mercato è cresciuto a doppia cifra (+10,3% a valore), si è ridotta la pressione promozionale (-3,6 punti a volume vs 2019) ed è aumentato il prezzo al kg di quasi 7 punti percentuali. Fatto dovuto anche alla spinta dei segmenti premium.

Analizzando i singoli segmenti del mercato del caffè, si evidenzia che fino al 2019 il macinato e quello solubile mostravano una flessione delle vendite, mentre il caffè in grani presentava un trend positivo. Con la prima fase dell’emergenza sanitaria questa situazione si è ribaltata, dando inizio a un periodo di forte dinamicità per i segmenti del caffè macinato, con capsule e cialde, e del caffè solubile, mentre è entrato in una fase di sofferenza il mercato dei grani.

Inoltre, nel 2020 le capsule, che incidono per il 32% sul totale delle vendite di caffè, sono state l’unico segmento in espansione di assortimento (4,3 referenze in più rispetto al 2019). Trend particolarmente positivi anche per alcune tipologie premium come il decaffeinato (+13,7% sul 2019), il 100% arabica (+17,3 sul 2019) e il monorigine (+35,1 sul 2019), che sembrano confermare un recupero del valore del mercato. L’unica eccezione tra i prodotti a più alto valore è rappresentata dal segmento del biologico, che cresce in misura minore rispetto al non-bio.

Fonte: Il Sole 24 Ore