La casa connessa in cerca di una lingua comune per fare parlare gli oggetti

Interoperabilità questa sconosciuta, almeno per il momento. Perché fra protocolli differenti ed ostacoli di vario genere la casa di oggi non è così intelligente come potrebbe e dovrebbe essere, anche se sono sempre di più i dispositivi connessi che popolano le nostre abitazioni (negli Usa si è arrivati l’anno passato a 25 oggetti in media per nucleo familiare, rispetto agli 11 del 2019).

Ogni produttore, fino a oggi, ha scommesso sul proprio ecosistema, dando corpo alla propria idea di smart home e snobbando la possibilità di supportare più standard di connettività. Apple e il suo HomeKit chiuso all’esterno per ovviare alla mancanza di sicurezza è l’esempio estremo di questo approccio.

Il futuro è invece degli standard aperti come Matter e tutti i maggiori produttori di hardware, software e contenuti (Apple compresa, aspettando Netflix) si stanno muovendo verso una compatibilità “cross device” di cui l’industria tech ha molto bisogno. E il vantaggio per i consumatori? Trasmettere contenuti audio e video da qualunque smartphone o smart speaker a qualunque TV connessa, oppure utilizzare gli assistenti vocali per comandare frigoriferi o termostati a prescindere dalla natura della piattaforma o del software utilizzato. Basterà installare la stessa applicazione sugli apparecchi da mettere in comunicazione e la casa smart sarà finalmente senza barriere.

In attesa di vedere all’opera questa nuova generazione di dispositivi (lampadine, televisori, smart hub, robot domestici di vario genere), al Ces di Las Vegas si è parlato della casa intelligente di oggi. Samsung Home Hub, sul mercato dalla primavera, è una sorta di tablet con schermo touch da 8,4 pollici pilotato dall’intelligenza artificiale e integrato con la piattaforma SmartThings. Il suo plus dichiarato?

Concentrare tutte le funzioni per gestire gli oggetti e i servizi connessi della casa (dell’ecosistema di Samsung e di terze parti), comprendendo le abitudini degli utenti e diventando l’unico dispositivo da condividere in famiglia per gestire la cucina, il lavaggio dei capi o l’impianto di deumidificazione dell’aria.

Fonte: Il Sole 24 Ore