La rivincita dei “dumb phone”, i telefonini semplici, utili e poco “intelligenti”

Una volta erano i telefonini per eccellenza, senza troppa concorrenza. Oggi i cosiddetti “feature phone” sono considerati oggetti per i poco avvezzi alla tecnologia, genitori attempati o nonni, che al massimo necessitano di scattare foto fugaci o scrivere qualche messaggio sui social. E invece no. A fine agosto, ci hanno pensato gli analisti di Counterpoint Research a ribaltare la situazione. Stando all’analisi contenuta nel report “Millennials Advocate Digital Detox” (I Millennial sostengono la disintossicazione digitale), negli Usa il mercato dei “dumbphone” raggiungerà i 2,8 milioni di unità vendute nel 2023, pari a circa il 3% dell’intero settore mobile.

Se a questi numeri si aggiunge che il segmento degli smartphone perderà, sempre nell’anno in corso, il 6%, l’indicazione che parte dei consumatori stia decidendo di passare a dispositivi meno intelligenti ma forse più funzionali è più di indizio isolato. Se la Gen Z e i Millennial usano i feature phone per provare a disintossicarsi dall’onnipresenza di social e internet, è anche paradossale come questa tendenza sia diventata un hashtag su TikTok, il social dei giovani per antonomasia, con #bringbackfliphones. Un po’ di nostalgia per le fattezze di modelli che sembrano anni luce lontani dagli iPhone ma anche un ritorno in auge per i marchi che hanno fatto la storia della telefonia.

Nokia, ad esempio, punta da anni sull’effetto ricordo, grazie alla rivisitazione di sue pietre miliari in chiave leggermente più moderna. Non a caso, proprio Counterpoint Research afferma che Hmd Global, azienda proprietaria del brand Nokia, è arrivata a detenere una quota di mercato dei feature phone del 26%, seconda solo a Tcl, a cui spetta il 43%. Il resto? Nelle mani di piccoli produttori, come Sonim, che hanno accordi con gli operatori telefonici per proporre pacchetti convenienti, quasi sempre basati su voce, sms e pochi dati, vista l’essenzialità dell’oggetto e l’uso minimo che fa di internet.

Il discorso è più ampio e coinvolge tutte quelle aziende che, per nuova policy, vogliono ridurre i costi dei loro prodotti. I vecchi telefoni sono un’opzione interessante anche per i turisti che possono acquistarne uno per i viaggi, da pochi euro, o per chi vive nei paesi in via di sviluppo dove la connessione è lenta o poco stabile.

Ma c’è anche un altro motivo, intrinseco, nella discesa degli smartphone e la ripresa dei telefonini meno intelligenti, ossia meno connessi: la digitalizzazione onnipresente. Computer, wearable, automobili: praticamente ogni dispositivo che tocchiamo ha una connessione alla rete. Disintossicarsi da un mondo perennemente collegato a qualcosa vuol dire ottimizzare gli strumenti che adottiamo, per evitare una sorta di burnout dovuto all’eccesso di tecnologia, dove la gestione di simili strumenti diventa più complessa dell’uso degli strumenti stessi.

Fonte: Il Sole 24 Ore