L’abbigliamento junior soffre, ma è tra i migliori comparti della filiera tessile

Anche Pitti Bimbo, come il Pitti Uomo, si trasferisce sul web, visto il divieto di tenere fiere dal vivo sancito dal governo causa Covid. Da mercoledì 27 gennaio le prime aziende di moda junior presenteranno sulla piattaforma digitale Pitti Connect le collezioni autunno-inverno 2021-2022, con la speranza che – quando i capi saranno in negozio, alla fine dell’estate – il mercato possa ripartire. Il 2020 è stato un anno di flessione anche per l’industria italiana della moda bimbo, che secondo le stime dell’ufficio studi di Confindustria Moda ha segnato cali di fatturato e export del 13%. Il fatturato del segmento 0-14 anni è tornato sotto 2,7 miliardi, sui livelli di cinque anni prima, mentre l’export si è fermato a 1,1 miliardi. Male anche i consumi interni, -12,9%. «In ogni caso la flessione del settore bimbo è stata meno pesante rispetto all’adulto», dice Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine, la società di Firenze che organizza le fiere, guardando i dati dell’export che Confindustria Moda definisce «tra i migliori risultati della filiera tessile-abbigliamento nel suo complesso».

Negozi aperti in lockdown, il traino e-commerce

«Il fatto che i negozi di abbigliamento bimbo siano potuti rimanere aperti anche durante il lockdown – aggiunge Napoleone – ha contribuito a rendere il settore più dinamico, più mosso». Tra i canali distributivi (ma riferiti alla stagione autunno-inverno 2019-2020, dunque pre-Covid) brilla l’e commerce (+47%), che vale poco più del 6% del mercato italiano, e torna a crescere a sorpresa il dettaglio indipendente (+12,3%), che assorbe una quota del 13%. L’arrivo della pandemia ha segnato tra gennaio e ottobre 2020, stima il Ufficio studi di Confindustria Moda, «un calo senza precedenti del 16,9% a valore nel sell out della moda junior».

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La piattaforma e i video in 3D

Sulla piattaforma di Pitti Bimbo ci saranno a regime (e fino al 5 aprile) una cinquantina di marchi, tra i quali Herno e Petit Bateau. Previsti anche video 3D con tecnologia animation reel per presentare estratti di collezione di alcuni marchi. «Sosteniamo il sistema bimbo sperando di tornare il prima possibile a fare la fiera in presenza», dice Napoleone. Aspetteranno il ritorno del salone dal vivo marchi del lusso come Monnalisa: «Nel 2020 ha sofferto il retail e si è salvato chi aveva il wholesale – spiega l’ad Christian Simoni – ma quest’anno anche chi era pronto a spedire la merce ai multimarca trova gran parte dei negozi chiusi. Speriamo sia l’ultima stagione di sofferenza».

Fonte: Il Sole 24 Ore