Le professioni più richieste nel 2022: così cambia il mondo del lavoro

Sarà un mercato del lavoro contrassegnato da professionisti iper-qualificati e competenze molto verticali quello che si prospetta nel breve-medio termine. Un mercato in cui i nuovi occupati dovranno saper stare al passo con i tempi dettati dall’avanzare di tecnologie come l’intelligenza artificiale e dell’automazione industriale, che contribuirà a generare su scala globale decine di milioni di nuovi posti di lavoro mandando contemporaneamente in pensione alcune professioni ormai obsolete. Lo scenario sopra descritto emerge da un ebook realizzato da Alteredu (piattaforma che offre corsi online certificati) con l’intento di analizzare cosa succederà nei prossimi due anni e quali elementi considerare per indirizzare il proprio percorso professionale.

L’analisi è partita da una proiezione, derivante dai dati sul fabbisogno e le previsioni occupazionali nel periodo 2019 – 2023 contenuti nell’annuale rapporto Excelsior confezionato da Unioncamere e Anpal, in cui si evidenza come da qui al 2022 saranno richiesti 2,5 milioni di nuovi occupati, fra dipendenti e autonomi, e come oltre il 70% di questa forza lavoro dovrà possedere competenze elevate per ricoprire mansioni specialistiche e tecniche. L’investimento sulla formazione, questa l’indicazione di fondo (sicuramente interessata) elaborata dagli esperti dalla startup calabrese, sarà più che necessario e interesserà tanto le aziende quanto i liberi professionisti.

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Oltre all’imperativo di formarsi e rimanere aggiornati sulle tendenze del mercato del lavoro, il professionista del futuro dovrà inoltre fare attenzione ad acquisire alcune competenze “soft” specifiche quali il personal branding, la curiosità, il networking e l’empatia.In linea generale, secondo l’analisi di Alteredu, la domanda di professionalità sarà trainata essenzialmente da due fattori che hanno ricevuto un’ulteriore spinta dalla situazione di emergenze legata alla pandemia di Covid 19 e rappresenteranno circa il 30% del fabbisogno occupazionale: la rivoluzione digitale e l’eco-sostenibilità.

Nel dettaglio, le imprese digitali cercheranno tra i 210mila e 267mila lavoratori con competenze matematiche e informatiche per i lavori digitali, e quindi esperti nell’analisi dei dati (data scientist) e nel campo della sicurezza informatica e dell’intelligenza artificiale. Quanto ai cosiddetti “green jobs”, ovvero tutte quelle attività che ricadono nell’ambito dell’economia circolare, variano da 480mila a 600mila unità i lavoratori che saranno ricercati dalle imprese per orientare i propri processi produttivi.

Anche le professioni più tradizionali saranno oggetto di evoluzione nei prossimi anni e di conseguenza anch’esse “obbligate” a un passo in avanti sotto l’aspetto delle conoscenze. Professioni come quella del private banker, che sarà uno dei profili più richiesi nel mondo della finanza entro il 2023, oppure come quella del Data Protection Officer, figura professionale nata di recente (in seguito al varo della normativa europea Gdpr per la protezione dei dati personali) e dovrà sviluppare nuove competenze per poter seguire al meglio l’azienda per cui lavora.

Fonte: Il Sole 24 Ore