Nove Regioni frenano il decollo del biologico

Il percorso del biologico verso l’ambizioso target europeo, che prevede la conversione di almeno il 25% delle superfici agricole entro il 2030, si incaglia nelle amministrazioni regionali.

Stando a quanto denunciato da Aiab e Federbio, in sede di allocazione delle risorse dei Piani di sviluppo rurale – uno dei principali strumenti operativi di programmazione e finanziamento per il settore agricolo e primo attivatore di fondi per il bio, dopo che il comparto è stato escluso dai pagamenti diretti degli ecoschemi – nove Regioni avrebbero destinato al biologico meno di quanto previsto dall’accordo raggiunto in Conferenza Stato Regioni, ovvero 90 milioni di euro annui, nel quadriennio 2024-2027.

Nella lista degli inadempienti figurerebbero Basilicata, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Sardegna, Umbria. Da qui la decisione di inviare agli assessori competenti una lettera, in cui tanto l’Associazione italiana per l’agricoltura biologica, quanto Federbio, chiedono alle Autonomie di dirottare verso la filiera quote analoghe al periodo 2014-2022, più l’incremento previsto dall’accordo, che prevede il trasferimento dal primo pilastro (Feaga) al secondo pilastro (Feasr) di questi 90 milioni di euro annui nel quadriennio, per un totale di 360 milioni. Il Feasr attiva inoltre un cofinanziamento del 50% da parte dello Stato membro, che eleva la quota a 720milioni di euro.

«Si tratta di risorse rilevanti in un momento decisivo per la crescita della filiera, spinta dal Green Deal e dalla Ue» afferma Maria Grazia Mammuccini, presidente di Federbio. «Queste opportunità non possono essere lasciate alla sola iniziativa dei nostri competitors diretti come Francia e Spagna: è indispensabile che anche le Regioni facciano la loro parte», conclude.

Il momento è propizio anche per l’export, che nel 2022 ha messo a segno una crescita del +16% rispetto all’anno precedente, toccando i 3,4 miliardi di euro (i dati sono di Ita.Bio, la piattaforma Nomisma promossa da Ice Agenzia e FederBio).

Fonte: Il Sole 24 Ore