Outsider alle europee: dagli ex leghisti agli ex M5s, il partito di Cateno De Luca contenitore degli anti-sistema

Un simbolo elettorale con altri 17 simboli dentro (gli ultimi 4 saranno presentati giovedì prossimo). Cateno De Luca, sindaco di Taormina e leader di Sud chiama Nord (che ha come presidente del partito la ex viceministra all’Economia ed esponente del M5S Laura Castelli), per le prossime europee sta mettendo insieme un cocktail di forze anti-sistema, all’interno del “Fronte della Libertà”: ex leghisti, ex 5 Stelle, no vax, animalisti, agricoltori, eurocritici.

Dagli ex leghisti agli ex M5s

Gli ultimi ad essere annunciati giovedì 28 marzo sono stati gli accordi siglati con Grande Nord, partito fondato dall’ex leghista Roberto Bernardelli, con il movimento Noi Agricoltori e con il partito dei Pensionati. Ma nella formazione di De Luca correranno anche Piera Aiello, ex 5 Stelle e prima testimone di giustizia ad essere eletta in Parlamento e Paolo Silvagni, soprannominato ’Mr Valleverde’ in quanto titolare dell’omonima azienda di scarpe. In squadra pure Enrico Rizzi, attivista per i diritti degli animali e due movimenti no vax: Insieme Liberi e Vita. Nella lista promossa da Sud chiama Nord c’è anche il Movimento per l’Italexit, formato da ex dirigenti di Italexit con Paragone. Così come Capitano Ultimo, al secolo Sergio De Caprio e lo storico sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi. Nonché l’ex Guardasigilli leghista Roberto Castelli (fondatore del Partito popolare del Nord) e un altro ex Carroccio, Vito Comencini (ex coordinatore della Lega a Verona) fondatore di “Popolo veneto” e i salviniani ribelli del Rassemblement Valdotan.

Il simbolo

De Luca ha svelato anche il simbolo con cui il suo Fronte della Libertà correrà alle europee: la parola “Libertà” in primo piano costellata da 13 simboli di varie dimensioni e quattro ancora da riempire. «Le nostre sono stelle e le possiamo esporre, altri si vergognano», l’affondo del leader di Sud chiama Nord

Gli obiettivi

Quali gli obiettivi della lista? La soglia di sbarramento del 4% è pressocché impossibile da raggiungere. Si punta al 3 per cento, la soglia di sbarramento per le Politiche, in modo da diventare concorrenziali per le elezioni del 2027. Sud chiama Nord, considerato il radicamento siciliano, ha una base dell’1-1,5 per cento nazionale. La scommessa è pescare qualcosa regione per regione e raddoppiare il “bottino”

Fonte: Il Sole 24 Ore