Reinventing Cities, IT’S e Cam Spa vincono il recupero della Ex Filanda a Roma

Aspettando gli esiti della nuova edizione di Reinventing Cities, Roma porta a segno la gara per l’Ex Filanda che rappresenta un’occasione di rigenerazione di un contesto centrale della Capitale, densamente popolato e prospiciente il complesso monumentale delle Mura Aureliane fra la Basilica di San Giovanni in Laterano e la Basilica di Santa Croce in Gerusalemme.

Nata come istituto di artigianato, l’ex Filanda è pronta a rinascere, anche facendo i conti con i tre incendi che nel 2015 hanno gravemente danneggiato il fabbricato rimasto poi in abbandono. In linea con gli obiettivi tracciati dal bando internazionale C40, l’operazione promossa da Cam spa e Mac srl con lo studio di architettura romano IT’S, insieme a Lorenzo Busnengo e i consulenti Ogb Studio, Socip, Urban Regeneration, individua le operazioni progettuali sostenibili dal punto di vista ambientale sociale, ed economico, per la rifunzionalizzazione e la trasformazione urbana. Tra i tenant coinvolti nel team aggiudicatario ci sono Dovevivo e Excellence. Attenzione ai flussi, all’uso, all’economia, alla mobilità della città contemporanea, spostandole il focus da un’ottica lineare ad una circolare.

«Questo significa progettare per il riutilizzo e il recupero costante, mantenendo attive le azioni, le materie e le energie per il maggior tempo possibile» spiegano gli architetti, ad introduzione del concept del progetto. L’Ex Filanda rappresenta un’occasione di riuso di un contesto centrale, al centro di un profondo cambiamento di identità, dato dal recente arrivo della linea C della metropolitana e della stazione corrispondente. «Il nostro progetto – aggiungono i progettisti – intende amplificare le dinamiche urbane in atto, ponendo in priorità la ricucitura degli spazi pubblici presenti, la risistemazione funzionale della viabilità circostante e la pedonalizzazione di alcune parti dell’area».

In particolare, l’intervento asseconda la rivitalizzazione di viale Castrense attraverso l’introduzione di funzioni collettive e attività aperte al pubblico – coworking, spazi eventi, coliving, food – che possano generare nuove dinamiche urbane e sociali.Si prevede inoltre di enfatizzare il rapporto con il Parco Carlo Felice, attraverso la riapertura del passaggio di collegamento delle Mura Aureliane, ad oggi chiuso, grazie anche ad un’azione progettuale che favorisca un flusso pedonale in sicurezza; in questo senso, la realizzazione di una pavimentazione segnaletica e a bassa velocità di percorrenza è qui pensata per innescare una nuova mobilità lenta e umana. L’idea dei progettisti è quella di mantenere, grazie ad un intervento di recupero, le facciate della preesistenza, come frammenti dell’identità storica, dove innestare un nuovo volume proporzionato all’esistente, evidenziando l’intento di far convivere nello stesso intervento due tempi diversi, quello storico e quello attuale. «Il risultato – spiegano – è uno spazio ibrido, non solo al livello temporale, poroso e permeabile, dove l’antico incontra il contemporaneo, e il privato si integra con il pubblico, che insieme al programma proposto di creazione di coliving, coworking, e spazi eventi, favorirà la creazione di una comunità a scala locale, rivelando nuove attitudini collettive».

Fonte: Il Sole 24 Ore