Scade il decreto sull’etichetta d’origine. Coldiretti: «Addio pasta 100% italiana»

Produzione record e differenziata

In Italia si producono 3,9 milioni di tonnellate di pasta con una filiera che conta 120 imprese, oltre 10mila addetti e quasi 200mila aziende agricole italiane impegnate a fornire grano duro di altissima qualità. Nel corso del tempo sono aumentati esponenzialmente anche i formati della pasta che sono ormai arrivati a quota 300, mentre alle varietà tradizionali si sono aggiunte quelle fatte con l’integrale, il gluten free, quelle con farine alternative e legumi.

La ricerca del Made in Italy – aggiunge Coldiretti – ha condotto anche alla riscoperta di grani antichi, riportando nel piatto il Senatore Cappelli, laTimilia, il Saragolla e altre varietà che hanno fatto la storia del Paese a tavola.

All’estero finisce ben oltre la metà (il 62%)della produzione nazionale di pasta. In testa alla classifica dei principali clienti si piazza la Germania, davanti a Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna e Giappone, cinque paesi che assorbono da soli oltre metà dell`export, mentre i mercati in più rapida crescita sono Cina, Canada, Spagna e Arabia Saudita. Nel 2021 le esportazioni di pasta tricolore raggiungeranno il valore di 2,9 miliardi, secondo una proiezione della Coldiretti su dati Istat, con un aumento del 7% rispetto al periodo pre Covid.

Il ritorno della pasta fatta in casa

Ma con la pandemia gli italiani sono tornati anche a fare la pasta in casa con quattro famiglie su dieci (41%) che nel 2021 si sono cimentate con il mattarello sotto la spinta del ritorno alla tradizione e del maggior tempo trascorso tra le mura domestiche, secondo un’analisi Coldiretti/Ixè. Dalle tagliatelle ai tortellini, dalle lasagne ai ravioli, se in passato erano, soprattutto i più anziani a fare la pasta un casa adesso la passione si sta diffondendo anche tra i più giovani e tra persone completamente a digiuno delle tecniche di preparazione, grazie alle nuove tecnologie che hanno registrato un boom di vendite durante la pandemia. Anche grazie a questo trend l’Italia resta il paese con il più elevato consumo di pasta per un quantitativo di 23,5 chilogrammi a testa contro i 17 chili della Tunisia, seconda in questa speciale classifica seguita da Venezuela (15 kg), Grecia (12 kg), Cile (9,4 kg), Stati Uniti (8,8 kg), Argentina e Turchia a pari merito (8,7 kg) che testimoniano come questo tipo di prodotto abbia estimatori ad ogni latitudine.

Fonte: Il Sole 24 Ore