Superbonus, Bankitalia: «Stop immediato se il nuovo decreto fallisce»

Stop immediato al superbonus. Prima della sua naturale scadenza di fine 2025. La misura, estrema, viene evocata da Bankitalia in una memoria depositata presso la commissione Finanze del Senato, dove è in corso di svolgimento l’esame della legge di conversione del Dl n. 39/2024, che a fine marzo ha bloccato quasi completamente cessione del credito e sconto in fattura.

L’ultimo decreto, per la Banca d’Italia, «rappresenta un passo necessario per ridurre l’incertezza sui costi del superbonus; l’esperienza del decreto legge n. 11 dello scorso anno sembrerebbe sconsigliare, al fine della sua efficacia, allentamenti rispetto al testo originale». Quindi, niente deroghe, come era stato fatto un anno fa con il precedente decreto cessioni. Se, poi, «neppure le nuove restrizioni dovessero frenare l’accumularsi dei crediti, l’unica via che rimarrebbe da percorrere – avverte la memoria – sarebbe l’eliminazione del superbonus prima della sua naturale scadenza alla fine del prossimo anno».

Stop alle aliquote vicine al 100%

Per il futuro, bisognerà cambiare linea. Crediti d’imposta di entità «potenzialmente rilevante e con caratteristiche innovative dovrebbero essere accompagnati da tetti di spesa sia complessiva (come quelli stabiliti dal DL 39 per le zone terremotate) sia per ciascun beneficiario». Le aliquote, poi, «non dovrebbero comunque mai avvicinarsi al 100 per cento. Inoltre, andrebbero predisposti, già nella fase di disegno delle misure, una esaustiva base informativa e un efficace meccanismo di monitoraggio dei costi in tempo reale. Infine, gli esiti del monitoraggio andrebbero resi pubblici con chiarezza e tempestività».

Limiti nel disegno dell’intervento

Se il costo del Superbonus si è rivelato molto superiore alle stime, infatti, «ciò è anche dovuto a significativi limiti nel disegno dell’intervento. La valutazione ex ante dei costi era particolarmente complessa sia per la natura automatica del beneficio sia per la difficoltà di stimare come la cedibilità avrebbe interagito con la generosissima aliquota di agevolazione. Per di più, il livello eccezionale di quest’ultima (superiore al 100 per cento) ha annullato l’incentivo del contribuente a contenere i costi dell’investimento».

Superato il superbonus, resterà comunque l’esigenza per il nostro paese di dotarsi di un sistema di incentivi al miglioramento dell’efficienza energetica delle abitazioni. «Una politica efficace – concludono da Via Nazionale – dovrà poggiare su un’ampia e solida base di dati». Al momento, ad esempio, «manca un quadro accurato delle attuali condizioni di efficienza energetica degli immobili italiani e della loro esposizione al rischio idrogeologico».

Fonte: Il Sole 24 Ore