Ucraina, tolleranza zero di Zelensky contro i funzionari accusati di corruzione

In un momento cruciale per le sorti della guerra, ma anche per la gestione delle varie forme di aiuto da parte della comunità internazionale, la leadership ucraina è travolta da uno scandalo – portato alla luce da giornalisti investigativi e dall’Ufficio Anti-corruzione – che ha costretto il presidente Volodymyr Zelensky a un rimpasto per sostituire tra gli altri quattro vice ministri, cinque governatori di regioni sulla linea del fronte, come Kherson e Zaporizhzhia, un vice procuratore generale e un consigliere della presidenza. Tutti accusati di varie forme di corruzione: in una situazione in cui non sarebbe sostenibile alcuna ombra sull’operato delle autorità.

Di fronte alle sofferenze e alle difficoltà in cui vive da un anno la maggior parte della popolazione ucraina, al fronte e altrove, l’unica linea possibile per Zelensky è quella della tolleranza zero. La lotta alla corruzione è uno degli eterni problemi su cui si sono via via scontrati tutti i governi che si sono succeduti a Kiev dall’indipendenza: una delle condizioni poste costantemente dal Fondo monetario internazionale in cambio degli aiuti finanziari, una delle priorità da perseguire nei programmi di adesione all’Unione Europea.

Lo scandalo però colpisce ora un Paese in guerra, mettendo in pericolo la compattezza dell’opinione pubblica e rischiando di incrinare la solidarietà internazionale, fonte di aiuti militari e umanitari per decine e decine di miliardi di dollari. Altrettanti saranno necessari per la ricostruzione, emergenza già attuale per quanto riguarda il ripristino dei servizi essenziali, le forniture di energia e di acqua prese di mira dai russi.

La giustizia deve valere per tutti, si è affrettato ad assicurare Mykhailo Podolyak, consigliere di Zelensky: «In tempo di guerra, ognuno dovrebbe essere consapevole delle proprie responsabilità». Tra i dirigenti dimissionari ci sono persone molto vicine a Zelensky come Kyrylo Tymoshenko: vice responsabile dell’ufficio della presidenza, una delle voci del Governo in questi mesi di guerra. Amante delle auto sportive, avrebbe continuato a condurre una vita nel lusso malgrado la guerra, appropriandosi di risorse pubbliche come di un Suv donato per missioni umanitarie dalla General Motors. Altri funzionari sono sospettati di aver approfittato della situazione per arricchirsi.

L’ondata degli scandali, sabato scorso, è iniziata con Vasyl Lozynskiy, vice ministro delle Infrastrutture messo agli arresti dai funzionari dell’Ufficio nazionale Anti-corruzione: è sospettato di aver ricevuto tangenti per un valore di 400.000 dollari sulle forniture di generatori elettrici e altri apparecchi. Nel suo ufficio gli inquirenti avrebbero trovato 38.000 dollari in contanti. Nella bufera anche il ministero della Difesa: il vice ministro Vyacheslav Shapovalov si è dimesso per l’accusa di aver gonfiato i prezzi dei generi alimentari per le razioni destinate ai soldati. Uova pagate tre volte il prezzo normale, scrivono i giornali ucraini. Ombre che potrebbero arrivare a toccare anche il ministro della Difesa, Oleksii Reznikov, che però respinge con vigore ogni accusa e parla di «errori tecnici», di «informazioni distorte» e «assurdità».

Fonte: Il Sole 24 Ore