California, il governatore democratico Newsom vince il voto per la sua conferma

Una vittoria per il governatore democratico della California, Gavin Newson. E anche per il Presidente Joe Biden, che per lui aveva fatto campagna alla vigilia del voto e su un suo successo contava per dare spinta al partito di maggioranza ad un anno dalle elezioni per il rinnovo del Congresso.

Netta vittoria di Newsom

Newsom è uscito a testa alta dallo scontro alle urne con i repubblicani che avevano sponsorizzato la campagna per il suo “recall”, una procedura referendaria che consente di “revocare” il mandato del governatore e di sostituirlo con il più votato tra gli aspiranti che si presentano. Con gran parte delle schede scrutinate, il margine di vantaggio di Newsom nello stato più popoloso e con la più grande economia del Paese era di una trentina di punti, 64% contro il 36% – considerato insormontabile.

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Elder, un avversario prestato dalla radio alla politica

Ben 46 candidati si erano presentati in alternativa, guidati dalla personalità radiofonica, afroamericana e ultra-conservatrice, Larry Elder, denunciato dai democratici come un “clone” dell’ex Presidente Donald Trump. Il riconfermato governatore non ha perso tempo nel rivendicare un consenso all’agenda e ai valori promossi dai democratici in opposizione a quel che ha definito il “Trumpismo”. «Il no alla revoca non è l’unico messaggio di questo voto – ha detto Newsom -. Abbiamo detto sì alla scienza. Sì ai vaccini. Sì alla fine della pandemia. Sì al diritto di tutti a votare senza paura di false accuse di truffa e di soppressione delle schede. Sì al diritto fondamentale e costituzionale delle donne a decidere sul proprio corpo, sul proprio destino e futuro. Sì alla diversità».

Il vantaggio democratico

In California i democratici partivano in realtà decisamente avvantaggiati. Gli iscritti al partito sono il doppio rispetto ai rivali repubblicani. Nessun repubblicano ricopre cariche elettive a livello statale ormai da dieci anni. Ma il partito guardava ugualmente con ansia i risultati. Il peso della California come barometro degli umori nazionali non può essere sottovalutato: da sola la sua economia da tremila miliardi di dollari l’anno sarebbe la quinta al mondo.

La paura dell’apatia della base democratica

I democratici temevano le ripercussioni di un calo di entusiasmo e popolarità per Biden, tra continua pandemia e tensioni sul drammatico ritiro dall’Afghanistan, tenesse lontana dalle urne la base democratica. Newsom stesso era stato a sua volta scosso da polemiche, quando l’anno scorso aveva violato l’obbligo a indossare la mascherina durante una cena con benefattori delle sue campagne presso un noto ristorante, French Laundry.Il passato, inoltre, ancora scotta per i democratici californiani. Nel 2003 il governatore Gray Davis perse un “recall” a vantaggio di Arnold Schwarzenegger. Lo stato è però cambiato da allora: ha rafforzato la fama di bastione progressista e accresciuto la propria diversità demografica, con una continua crescita delle minoranze. E i candidati in lizza sono molto diversi: Newsom non è Davis, per carisma e storia, forte di un passato di sindaco di San Francisco dove era stato pioniere delle licenze matrimoniali per la comunità omosessuale. Né Elder è Schwarzenegger, per popolarità e per posizioni politiche, moderate nel caso dell’ex stella di Hollywood.

Fonte: Il Sole 24 Ore