Contrasto all’italian sounding, mutui agevolati e bollino per i ristoranti: ecco le misure del Ddl Made in Italy

Passano per la tutela dei marchi all’estero, ma anche per la difesa della biodiversità e del “patrimonio immateriale” la difesa (e il sostegno) all’agroalimentare italiano. Principi che nel disegno di legge sul Made in Italy, fresco di approvazione da parte del Consiglio dei ministri, trovano ampio spazio in una serie di articoli. Vediamoli nel dettaglio.

Lotta contro i prodotti «italian sounding»

Quattro milioni di euro nel biennio 2024/2025 saranno destinati alla protezione delle indicazioni geografiche italiane agricole, alimentari, del vino e delle bevande spiritose, registrate ai sensi dei regolamenti europei e dei prodotti agroalimentari di imprese con sede legale e operativa in Italia. A questo scopo l’articolo 30 del disegno di legge istituisce un Fondo dedicato. L’obiettivo del dicastero Lollobrigida è dichiarato da tempo: mettere in campo una fortissima azione di contrasto all’Italian Sounding, che per il solo agroalimentare vale 120 miliardi di euro.

La prima stretta prevede azioni di tutela giuridica, attraverso la registrazione di queste “II.GG” (così denominate nel provvedimento) in Paesi terzi, compatibilmente con il sistema giuridico presente, ma anche azioni di contrasto alla registrazione da parte di soggetti non titolati.
L’azione di contrasto passerà in rassegna anche i domini internet illegalmente riconosciuti a soggetti diversi dai Consorzi di tutela legalmente riconosciuti.
Dei 4 milioni messi a disposizione del Fondo, la metà sarà destinata alle Camere di commercio all’estero, per attività di supporto alle azioni giudiziarie ed extra-giudiziarie che inevitabilmente dovranno essere intraprese a tutela dei prodotti.

Il bollino per i ristoranti e il NutrInform Battery

Con lo stesso obiettivo di contrasto all’Italian Sounding è stato approvato l’articolo che istituisce la certificazione “Ristorante italiano nel mondo”.
I ristoratori italiani potranno richiedere la certificazione distintiva a un ente accreditato presso l’organismo unico di accreditamento nazionale italiano, sulla base di una tariffa e di un disciplinare in via di definizione con decreto interministeriale e che presterà particolare attenzione all’utilizzo di ingredienti di qualità e di prodotti appartenenti alla tradizione enogastronomica italiana, a denominazione di origine protetta, a indicazione geografica protetta, a denominazione di origine controllata, a denominazione di origine controllata e garantita e a indicazione geografica tipica.

Nel disegno di legge sul made in Italy trova spazio anche il supporto alla cucina italiana all’estero, che beneficerà di due milioni di euro nel biennio. Lo stesso ddl interviene sull’articolo 52, comma 1, del decreto legislativo 300/1999 per aggiungere i beni materiali e immateriali (dunque anche la cucina e i prodotti agroalimentari) tra i beni meritevoli di salvaguardia, al pari del patrimonio culturale. La competenza spetterà al ministero dei Beni culturali e, per i profili di competenza, al dicastero Lollobrigida.

Fonte: Il Sole 24 Ore