D’Annunzio nelle immortali pagine della Recherche

C’è chi la chiama serendipità, ma noi preferiamo chiamarla caso, fortuna, destino. Così accade molte volte: si è alla ricerca di qualcosa di particolare ma per caso, appunto, ci si imbatte in qualcos’altro, guarda caso ancor più interessante di quanto si stava cercando in principio. E cos’altro se non un archivio si presta a far sì che simili scoperte possano avere luogo? E quale miglior archivio se non quello della Biblioteca Nazionale di Roma, vero e proprio scrigno di tesori letterari digitalizzati quali ritagli di stampa, quotidiani d’epoca, manoscritti per non dire degli straordinari scatti fotografici che lì vi si accumulano.

E in questo mare pescoso abbiamo rinvenuto un’ostrica e una perla. Si tratta di un episodio della Recherche di Proust che, ulteriore meraviglia, vede aleggiare la presenza del Vate in una frivola, ma quanto mai pregnante, col senno di poi, discussione da caffè in una Venezia di cent’anni fa. Avvincente come un giallo, la storia del ritrovamento prende il suo abbrivio con la scoperta di un articolo di Giovanni Comisso, uno fra i fedelissimi di D’Annunzio, quel Comisso, scrittore, che al seguito del Comandante prese parte all’impresa di Fiume.

Il pezzo del 4 luglio 1963 fa riferimento a una pubblicazione, apparsa il 2 settembre 1924 in un numero del Mondo, che consisteva nella traduzione di un brano del sesto volume della Recherche di Marcel Proust, ossia del tomo Albertine disparue, più noto come La Fugitive. Tomo allora inedito, che venne pubblicato solo il 30 dicembre 1925 dalla Nouvelle Revue Française.Sin qui, si potrebbe dire tutto in linea con la fama che il “personaggio” D’Annunzio riscuoteva in tutta Europa, se-nonché il fatto curioso è che quando il tomo in questione venne pubblicato dalla N.R.F., vi apparve purgato dell’elogio che si faceva di D’Annunzio.L’episodio espunto ha luogo in un ristorante di Venezia, dove il protagonista della Recherche assiste alla conversazione del signore De Norpois, diplomatico d’Oltralpe, e della signora De Villeparisis, sua amante. I due commensali di mezza età discutono pigramente della politica italiana del tempo, mentre leggicchiano il Corriere della Sera e il Giornale d’Italia.Siamo nella temperie storica della stipula dei trattati di pace a margine della Prima guerra mondiale. Proust, l’11 dicembre 1919, l’indomani dell’assegnazione del premio Goncourt, e circa due mesi dopo l’entrata a Fiume di un manipolo di legionari al seguito di D’Annunzio, intenti a riprendersi l’Istria e la Dalmazia, pubblica sul Matin un’anticipazione del seguito del suo romanzo, inserendo questo cammeo sull’impresa fiumana.

Dopo la lunga parentesi d’oblio, il successivo interessamento a questo episodio della Recherche lo si deve a Enrico Falqui, storico curatore della “terza pagina” del Tempo di Roma del quale la Biblioteca Nazionale raccoglie il lascito culturale in termini di ritagli di stampa, libri con dediche illustri e altro il quale, in un corsivo del 17 agosto 1963 sulle colonne del quotidiano romano contestualizza l’episodio di cui si è fatta menzione cercando di rinvenire in retroscena, i presupposti all’origine di questa fugace apparizione del Vate nelle immortali pagine della Recherche. E questo è solo il secondo tassello di un giallo letterario che non può non affascinare il lettore odierno, quando trova che si sono “recuperati” non relitti ma veri capolavori di incontrovertibile interesse storico, sia pure en passant, rievocandone anche solo l’atmosfera.

Giovanni e Giuseppe Balducci, curatori dell’opera Marcel Proust, Soggiorno a Venezia. D’Annunzio nella Recherche: un inedito – Luni Editrice, Collana Il sogno di Gutenberg n. 28, 64 pp. – 10,00 euro, già in libreria e in vendita in tutti i motori online e sul sito: www.lunieditrice.com

Fonte: Il Sole 24 Ore