Eni, profitti e cedola tornano ai livelli pre-Covid

Eni torna in utile, ai livelli pre-Covid. Il gruppo ha annunciato i risultati del secondo trimestre e del semestre che beneficiano di un rafforzamento di tutte le commodities. L’Ebit adjusted di gruppo è in forte recupero a 2 miliardi nel secondo trimestre rispetto alla perdita di 0,4 miliardi dello stesso periodo 2020 e a 3,4 miliardi nel primo semestre con un incremento di 2,5 miliardi.

L’utile netto adjusted torna ai livelli pre-Covid: 0,93 miliardi nel trimestre e 1,20 miliardi nel semestre in netto miglioramento rispetto alla perdita del 2020, con una variazione rispettivamente di +1,6 e +1,9 miliardi, per effetto della migliore performance operativa e dellanormalizzazione del tax rate.

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Il flusso di cassa operativo (ante capitale circolante al costo di rimpiazzo) è a 2,80 miliardi nel secondo trimestre a fronte di capex netti pari a 1,52 miliardi. Nel primo semestre realizzato un flusso di cassa di 4,76 miliardi che ha finanziato capex netti di 2,91 miliardi. L’indebitamento finanziario netto ante Ifrs 16 è in forte riduzione: 10 miliardi, -1,5 miliardi dal 31 dicembre 2020.

La cedola e il buy-back

«I risultati finora conseguiti, i progressi nell’implementazione della nostra strategia e le previsioni sulla gestione ci consentono, allo scenario di riferimento Brent di 65 dollari/bbl, di riportare il dividendo 2021 al livello pre-Covid di 0,86 per azione, ed avviare un programma di buy-back da 400 milioni per i prossimi sei mesi. Come annunciato al mercato, il 50% del dividendo sarà distribuito a settembre» afferma in una nota il ceo Claudio Descalzi.

Le rinnovabili

«Nelle rinnovabili – continua il ceo – abbiamo ampiamente superato il nostro target al 2021 raggiungendo i 2 GW di potenza installata e in costruzione. La Chimica ha conseguito i migliori risultati di sempre, con un ebit di circa 200 milioni, in crescita di 270 milioni. La performance del business e la selettività negli investimenti ci hanno consentito di generare nel primo semestre 2021 un rilevante free cash flow di 1,82 miliardi dopo il finanziamento degli investimenti organici».

Fonte: Il Sole 24 Ore