Il ciclismo italiano cerca nuovi sponsor per risalire in Serie A

Il Giro d’Italia che si è chiuso con la vittoria dello sloveno Primoz Roglic (team Jumbo-Visma) sul gallese Geraint Thomas è stato un successo di audience tv e social. Un successo a cui fa però da controaltare la crisi strutturale de ciclismo italiano, simboleggiata dal fatto che, dopo la scomparsa della Liquigas nel 2012 e della Lampre nel 2016, non ci sono più team della Penisola che corrono nell’Uci WorldTeam, il circuito internazionale di prima fascia.

Il ciclismo internazionale

Tra le 18 formazioni che partecipano di diritto alle grandi corse a tappe (Tour de France, Giro e Vuelta di Spagna) e alla classiche-monumento, ci sono big del calibro della Ineos, finanziata dal colosso chimico di Jim Ratcliffe, dell’Uae Team, sostenuta dal governo degli Emirati Arabi Uniti, e della Bahrain Victorious. Ma del roster fanno parte anche quattro squadre francesi, tre belghe, due olandesi, tutte dotate di standard etici, finanziari, amministrativi, organizzativi e sportivi verificati dall’Unione ciclistica internazionale. Queste formazioni possono fare affidamento su budget che vanno dai 25 ai 10 milioni di euro, assicurati dalla proprietà ovvero dagli sponsor.

La seconda divisione del ciclismo mondiale, la Uci ProTeam, è composta da altri 18 team che possono partecipare alle competizioni continentali e solo grazie a una wild card concessa dagli organizzatori possono accedere alle competizioni del calendario principale, il World Tour. Il budget stagionale per queste squadre oscilla tra i 10 e i 3 milioni. Della “Serie B” del ciclismo internazionale fanno parte tre formazioni italiane: il Team Corratec Selle Italia; la Green Project-Bardiani- Csf-Faizanè; e la Eolo-Kometa Cycling Team.

Tutte e tre hanno perso parte in queste tre settimane alla Corsa Rosa. L’unica a portare a casa una tappa con Davide Bais è stata quest’ultima, lanciata nel 2018 dagli ex campioni di ciclismo Alberto Contador e Ivan Basso.

Giovani e territorio

«Il nostro progetto ha salde fondamenta italiane – spiega Basso, due volte vincitore del Giro -. La sede è a Besozzo, in provincia di Varese, e i due main sponsor, Eolo e Kometa, rappresentano l’emblema della visione imprenditoriale italiana. Da sempre poi abbiamo puntato sullo spirito di squadre e sui giovani. L’età media dei nostri atleti è di 26 anni, con 11 ciclisti che ne hanno meno di 25. E soprattutto vogliamo fra crescere e maturare i ragazzi delle nostre formazioni Under 23 e Junior».

Fonte: Il Sole 24 Ore