Il retail soffre in Europa e Italia ma già soffiano venti di ripresa

L’Italia va in retromarcia e salva il bilancio annuale grazie allo sprint dell’ultimo trimestre, mentre l’Europa nel suo complesso perde terreno. Questo il bilancio di chiusura del 2023 del settore immobiliare commerciale, che comprende negozi e centri commerciali, secondo il “Rapporto 2024 sul mercato immobiliare commerciale”, presentato a Milano durante il convegno “Nella terra di mezzo – Negozi e centri commerciali: la rotta di operatori, prodotti, mercato e società verso l’autenticità”, organizzato da Scenari Immobiliari in collaborazione con Svicom.

Meno volumi, più qualità

Gli investimenti in Italia nel settore retail scendono da 980 milioni a 800 milioni nel corso del 2023. I danni sono stati contenuti grazie a un quarto trimestre che ha evidenziato una ripresa particolarmente positiva rispetto alla prima parte dell’anno e un buon grado di resistenza e adattabilità del settore grazie all’estensione dell’interesse degli operatori verso città considerate secondarie ma caratterizzate da intensi flussi turistici non stagionalizzati.

Il livello di appetibilità del settore retail continuerà, quindi, nel suo percorso di crescita post-pandemico grazie alle opportunità derivanti da interventi di ristrutturazione e ammodernamento di spazi commerciali situati in ambiti urbani centrali e di ibridazione e integrazione tra attività economiche, offerta per il tempo libero e servizi per la cura, la salute e il benessere della persona, secondo il Rapporto.

Il retail in Europa

In Europa gli investimenti hanno chiuso a 27 miliardi nel 2023 contro i 40 miliardi del 2022 ma salgono prezzi e canoni di locazione (+1,5% nel 2023), con trend confermato anche per l’anno in corso (+1 per cento).
Più in dettaglio, a livello continentale è stata registrata una contrazione del 32,5%, frutto di riduzioni dei volumi di capitali compresi tra il 12% del Regno Unito (circa sette miliardi di euro nel 2023) e il 50% di Francia e Spagna, rispettivamente a tre miliardi di euro e un miliardo di euro.
Ma dopo la tempesta si scorge già il sole. «Dopo un trimestre, il quarto del 2023, da ricordare come uno dei migliori degli ultimi due anni, grazie a importanti transazioni di centri commerciali out of town e superfici retail nelle high street, prevediamo un aumento del volume degli investimenti nel mercato immobiliare commerciale già per l’anno in corso _ commenta Francesca Zirnstein, direttore generale di Scenari Immobiliari _. Siamo di fronte a un comparto in forte evoluzione, in cui si sta affermando sempre il più il concetto di autenticità. Nella realizzazione del nostro rapporto, osservando quanto accade sia nelle high street e secondary street che nei centri commerciali, abbiamo, infatti, rilevato l’importanza crescente che assumono le strutture per tempo libero, attività culturali e complementari, che mettono in relazione elementi come l’autenticità e la sua espressione, sostenendo il realizzarsi di un luogo adeguato al bisogno di concretezza e realtà. Dalle interviste realizzate con i consumatori, emerge la necessità di esperienza e novità, di risposta completa alle necessità, di sensazione di unicità e svago, di rappresentazione delle caratteristiche del luogo, fra i motivi principali delle frequentazioni delle vie del commercio e delle grandi strutture, mentre il senso di cura, il bisogno di relazioni autentiche, la centralità della qualità variano a livello generazionale».

Valori e canoni

I valori di vendita e i canoni di locazione hanno mostrato, nei principali Paesi dell’Unione, un incremento medio prossimo all’1,5% che si prevede possa essere seguito da un ulteriore rialzo dell’1%, durante l’anno in corso. Tale crescita è riconducibile, in prevalenza, alla riconferma dei livelli pre-pandemici dei passaggi all’interno degli shopping center e, in molti Stati e città del continente, al superamento del numero di arrivi turistici rispetto a quanto fatto registrare nel corso del 2019, nonché al processo di ridimensionamento degli andamenti relativi alla penetrazione dell’e-commerce nelle diverse realtà e della propensione, da parte del consumatore, a modalità di acquisto online rispetto allo shopping presso i punti vendita fisici.

Fonte: Il Sole 24 Ore