Imballaggi senza plastica, ecco che cosa cambia con le nuove norme Ue

Il Consiglio Ue e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo provvisorio sulla proposta di regolamento sul packaging e sui rifiuti di imballaggio (Ppwr). «Questo regolamento mira a ridurre i rifiuti causati dagli imballaggi, rendendoli più sostenibili, garantendo al contempo i più elevati standard di gestione dei rifiuti», scrive la presidenza belga di turno. Lo scorso dicembre l’Italia è stato l’unico tra i ventisette Stati membri ad aver votato contro l’adozione del mandato negoziale del Consiglio Ue sul regolamento imballaggi. Mentre nel testo del Parlamento, votato a novembre, erano state numerose le aperture alle richieste delle filiere italiane.

Richiesto un calo dei rifiuti da imballaggio

Nel merito, l’intesa conferma la richiesta di un calo dei rifiuti da imballaggio del 5% entro il 2030, del 10% nel 2035 e del 15% entro il 2040, come previsto nella proposta iniziale della Commissione europea. Saranno vietati dal 1° gennaio 2030 (la Commissione prevedeva prima) alcuni formati di imballaggi in plastica monouso, come quelli per frutta e verdura fresca non trasformata, imballaggi per alimenti e bevande riempiti e consumati in bar e ristoranti, porzioni individuali (come condimenti, salse, panna, zucchero), e prodotti in miniatura per i prodotti da toilette negli alberghi e e la pellicola per le valigie negli aeroporti.

I divieti vengono limitati ai soli imballaggi in plastica, non valgono se questa è compostabile, e viene raccolta e smaltita come avviene in Italia – una conquista dunque per la nostra filiera –, e per gli imballaggi compositi, in plastica e carta, per esempio. Rimane l’esenzione se si mette a rischio la deperibilità del prodotto. Bando per le borse in plastica molto leggere (sotto i 15 micron), a meno che non siano necessarie per motivi igienici o fornite come imballaggio primario per alimenti sfusi per aiutare a prevenire gli sprechi alimentari. Vietato l’uso dei cosiddetti orever chemicals (come i Pfas) negli imballaggi a contatto con gli alimenti.

Le deroghe

È stato fissato un obiettivo specifico per gli imballaggi riutilizzabili per bevande alcoliche e analcoliche entro il 2030: almeno il 10%. Gli Stati membri possono concedere una deroga di cinque anni a tali requisiti a determinate condizioni. Il settore Horeca è esentato. Come pure vini e superalcolici. E i Paesi che raggiungano o superino del 5% i target di riciclo per materiale (per esempio per la carta sono fissati al 75%). E l’Italia su questo è sulla buona strada per centrare tutti gli obiettivi. Deroga anche per i cartoni da imballaggio utilizzati nel trasporto.

I distributori finali di bevande e cibi da asporto nel settore dei servizi di ristorazione saranno obbligati a offrire ai consumatori la possibilità di portare il proprio contenitore. Dovrebbero inoltre impegnarsi a offrire il 10% dei prodotti in un formato di imballaggio riutilizzabile entro il 2030. Il 90% dei contenitori per bevande monouso in plastica e metallo (fino a tre litri) dovrà essere raccolto separatamente entro il 2029 con sistemi di deposito cauzionato.

Fonte: Il Sole 24 Ore