Mose, corsa finale. Un anno e mezzo per finire le dighe che salveranno Venezia

Il ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili fissa al settembre 2023 il termine ultimo per completare il Mose, il sistema di quattro colossali dighe formate da 78 paratoie mobili contro l’acqua alta di Venezia. Confermati anche i finanziamenti finali per finire le opere.
Il Mose, nome comune per definire il progetto di opere mobili alle bocche di porto, da più di un anno è funzionante in assetto di emergenza, e alcune decine di volte è stato azionato per evitare alla laguna e alle città di Venezia e Chioggia allagamenti disastrosi, però è ancora incompleto per un fuzionamento ordinario.

Un anno e mezzo in più

Il ministero delle Infrastrutture con questa decisione ha certificato lo spostamento d’un anno e mezzo per completare l’opera. Il contratto fra il concessionario unico (il Consorzio Venezia Nuova) e il committente (lo Stato) prevedeva che l’immensa realizzazione venisse completata il 31 dicembre 2021. La data prevista è passata e il nuovo “cronoprogramma”, cioè il piano dei tempi, ora sposta l’avviamento operativo «a 18 mesi dalle opere civili ed elettromeccaniche», i cui lavori verranno riavviati in marzo. Quindi un anno e nove mesi in più, di cui un anno e mezzo di lavori vista la fermata dell’attività fino a marzo.
La nuova data è contenuta nel nuovo atto aggiuntivo, il settimo, alla convenzione tra il Provveditorato alle Opere pubbliche per il Triveneto — braccio operativo del ministero — e il Consorzio Venezia Nuova, atto aggiuntivo che ora è all’attenzione della Corte dei Conti per l’approvazione.
Un tempo più lungo, non stabilito, riguarderà invece quelle opere che hanno subito danni dalle mareggiate oppure hanno avuto errori di progettazione. Un esempio è la conca di Malamocco, una chiusa che serve a consentire il passaggio di navi anche quando le barriere mobili chiuderanno l’accesso al porto, in modo che in caso di fortunale nell’Adriatico le navi possano trovare riparo in laguna e nel porto.
La fase di avviamento dell’opera, ossia i test, il collaudo e la consegna allo Stato, avrà una durata complessiva di quattro anni; questa fase tuttavia viene considerata già avviata con le attivazioni d’emergenza che si sono susseguite dal luglio 2020, e proseguirà anche dopo che l’opera sarà completata.

Gli ultimi 538 milioni

Per quanto riguarda le risorse economiche necessarie, il ministero ha ricordato che sono state già identificate (da anni, peraltro) e assegnate nei circa 538 milioni di euro attinti ai risparmi ottenuti dalla riduzione degli interessi passivi su precedenti finanziamenti pluriennali.
Queste risorse aggiuntive finanziano anche altre opere di salvaguardia della laguna, che non riguardano il Mose ma rientrano nei compiti del Consorzio Venezia Nuova, come il Programma Europa di ripristino ambientale.
La fase di criticità finanziaria che sta attraversando il consorzio concessionario, in fase di liquidazione e di accordo con i creditori, dovrebbe concludersi entro il 28 febbraio e dal 1° marzo comincerà il conto alla rovescia dei 18 mesi.

Fonte: Il Sole 24 Ore