“Non ti scordar di me”: 100 ritratti rinascimentali al Rijksmuseum

Intorno al 1500, la ritrattistica fiorì come mai prima di allora, grandi artisti del Rinascimento come Holbein, Dürer, Memling, Veronese e Cranach ricevevano da imperatori, aristocratici e agiati cittadini la commissione di immortalarli. Se alcuni ponevano in primo piano la bellezza degli effigiati, altri ne rimarcavano l’autorevolezza e il prestigio sociale. A tale scopo, ogni elemento della composizione pittorica era dunque ben ponderato: l’espressione del viso, la postura, l’abbigliamento, gli elementi simbolici, lo sfondo.

Cinquecento anni dopo, guardiamo ancora negli occhi questi personaggi nella mostra “Non ti scordar di me” presso il Rijksmuseum di Amsterdam. Il titolo viene estrapolato da una citazione di Albrecht Dürer che nel 1512 affermava che la pittura era al servizio della Chiesa per poter mostrare le sofferenze di Cristo, ma anche per “conservare l’aspetto dell’uomo dopo la morte. Che si tratti di persone amate, famose oppure oranti, il messaggio del ritratto è dire allo spettatore: non ti scordare di me”.

100 ritratti, 50 collezioni museali

Fra le 100 opere presenti in mostra i pittori dei Paesi Bassi Settentrionali come Dirck Jacobsz, Jan Mostaert, Jan van Scorel e Maarten van Heemskerk sono ben rappresentati. La maggior parte delle loro opere provengono dal collezione del Rijks che per collocare i suoi artisti in una prospettiva internazionale li ha voluti mescolare a capolavori di Hans Memling, Domenico Ghirlandaio, Dürer, Hans Holbein, Tiziano, Veronese, Sofonisba Anguissola e altri famosi pittori loro contemporanei, provenienti da una cinquantina di collezioni museali.

Le differenze con gli artisti del sud certamente spiccano, ma riguardano principalmente il realismo, non certo la qualità del lavoro, assolutamente eccellente in entrambi i casi. La mostra si divide in temi diversi come autorità, caducità, bellezza, famiglia, conoscenza e fede. Tra i tanti ritratti troviamo quello del ricchissimo ed erudito Pompeo Occo che si fa immortalare da Dirk Jacobsz con la mano sinistra appoggiata su un teschio e un garofano nella destra, conscio della caducità della vanità del mondo.

Amsterdam gode ancora della sua ricchezza perchè i suoi discendenti fondarono nel XVIII secolo l’Occohofje, un complesso abitativo per persone indigenti, oggi ancora in uso insieme alla sua intima cappella. Tra i quadri ispirati al tema della “Conoscenza” troviamo di Maarten van Heemskerk il “Ritratto di allievo”, il ragazzo tiene in mano un foglio con la scritta: “Chi è ricco? Chi non desidera nulla; chi è povero? L’avido miserabile”, parole di Erasmo da Rotterdam, anche lui presente nella mostra, ritratto da Quinten Massijs.

Fonte: Il Sole 24 Ore