Forum innovazione, nel 2050 l’immobiliare varrà il 31% del Pil nazionale

Senza innovazione non si cresce. 610 miliardi di euro di ricchezza generati dalla filiera immobiliare nel 2030, in crescita del 19% rispetto ai 510 del 2023; nel 2050, le stime parlano del 31% del Pil nazionale con il coinvolgimento di 2,5 milioni di addetti. Tutto questo però, a patto che le industrie sappiano intercettare il cambiamento e introdurre nuovi sistemi, ordinamenti e metodi di produzione. Sono le conclusioni emerse oggi nel corso dell’Innovation Forum 2024, in cui Scenari Immobiliari e Dils hanno presentato i risultati del report “Innovare vale – I megatrend al 2030 e 2050 come motori di sviluppo e valore”.

Analizzando le possibilità di sviluppo sociale ed economico, immaginando una crescita costante del Pil dell’1,1% all’anno e un andamento in contrazione della popolazione (54,3 milioni di abitanti al 2050), lo studio ha ipotizzato un Pil al 2050 di circa 2.500 miliardi di euro, con distribuzione pro-capite di circa 46 mila euro.

«I megatrend illustrati nel rapporto – ha illustrato in apertura dei lavori Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari – mostrano un mondo in profonda trasformazione, con una crescente competizione e alla ricerca di nuovi percorsi in ambito sociale ed economico. La riduzione della popolazione in Italia e il calo dell’attività edilizia privata non hanno come conseguenza una contrazione dell’industria dei servizi immobiliari. Anzi, diventa sempre più importante l’innovazione di prodotto per modificare il patrimonio esistente. L’ibridazione delle funzioni sarà la chiave di lettura dei prossimi anni».

Partendo da cinque fattori strutturali – popolazione e società, territorio e ambiente, politica e geopolitica, istruzione, economia e lavoro – e prevedendo i driver dell’economia e del sistema di connessioni e relazioni, lo studio ha fatto emergere dei megatrend positivi per il prossimo futuro. A disegnare gli equilibri economici, i piani politici, le strutture sociali, le scelte ambientali e i valori del domani saranno efficienza, tecnologia, qualità e cultura. Trend che, se saputi sfruttare, porteranno a una crescita continua del Pil dell’1,1% l’anno.

Ogni euro di valore aggiuntivo generato dalle industrie del futuro dipenderà da tre componenti che le imprese dovranno intercettare: efficientamento produttivo di processo (tecnologia e specializzazione; pesa per il 28% sulle stime), gestione del rischio (competenza manageriale, tecnica e finanziaria; 17%), nuovi mercati (megatrend; 55%).

Fonte: Il Sole 24 Ore